La FISH e il carcinoma della cervice uterina

 

 

Nell’ambito delle indagini per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina, il Pap test non offre alcuna indicazione nel distinguere tra le lesioni di basso grado (ASC-US ed L-SIL) e quelle in progressione verso H-SIL e carcinoma.

Tuttavia chi non vorrebbe sapere con anticipo come queste atipie evolveranno, soprattutto in senso peggiorativo? Oggi è possibile grazie alla tecnica FISH (fluorescence in situ hybridization o ibridazione fluorescente in situ), che consente di rilevare la presenza di una evoluzione neoplastica nelle cellule atipiche.

È infatti noto da oltre 100 anni che le cellule tumorali sono sempre caratterizzate da aneuploidia, ossia dalla diminuzione e/o dall’aumento del numero di copie di alcuni cromosomi. L’aneuplodia nasce da una disfunzione del fuso mitotico che, a cominciare dalla mancata divisione di una coppia di un singolo cromosoma, tende ad autoalimentarsi portando mitosi dopo mitosi, ad un completo caos cromosomico con conseguente perdita della differenziazione cellulare, ed espressione in eccesso o in difetto di proteine.

 

Ogni tumore è caratterizzato, almeno nelle prime fasi del fenomeno, da un particolare pattern di perdita/guadagno cromosomico. In effetti nelle cellule cervicali in evoluzione neoplastica, le copie del gene codificante per la telomerasi (mappante sul cromosoma 3, nel locus 3q26) aumentano a causa del caos cromosomico. L’aumento delle copie di 3q26 è dovuto sia all’incremento del numero di copie del cromosoma 3 che alla amplificazione del locus. Con il progredire del caos cromosomico l’aumento del numero di copie non riguarda più soltanto il cromosoma 3, ma anche il cromosoma 7.

Mediante la tecnica FISH è possibile contare le copie dei cromosomi 3 e 7 e quindi è possibile svelare la natura neoplastica delle cellule atipiche osservate.

Cos'è

La FISH interfasica quantitativa delle cellule cervicali è eseguibile presso il Centro Diagnostico Italiano di Milano (anche in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale).

L’esame viene effettuato mediante l’utilizzo di un sistema automatico di acquisizione ed elaborazione di immagini in microscopia a fluorescenza (Ikoniscope), che permette di ricercare con una estrema sensibilità le cellule cervicali in evoluzione neoplastica, grazie all’elevatissimo numero di cellule analizzate.

La percentuale di cellule patologiche sul totale di quelle osservate, correla con la probabilità che la lesione sia presente e con la sua invasività, mentre il grado di polisomia (numero di copie dei cromosomi 3 e 7) si correla con il grading. Inoltre, il numero di cellule osservate è indicativo del grado di esfoliazione della lesione.

Come si esegue

Il campione eso-cervicale da analizzare (cellule, tessuto) viene deposto su un vetrino e viene messo in contatto con sonde di DNA fluorescenti e specifiche (perché ad esse complementari) per determinate regioni del DNA cromosomico (per esempio per le regioni centromeriche o per locus genici).
Il vetrino col campione viene poi sottoposto a un programma termico che divide le due eliche del DNA e permette che le sonde si leghino alle regioni a loro complementari. Ultimato il legame tra la sonda e la sua regione complementare, la doppia elica del DNA si richiude ed il cromosoma è così marcato e reso visibile dal segnale fluorescente della sonda.

Ultimata questa fase, detta ibridazione, il preparato viene letto al microscopio a fluorescenza cercando innanzitutto il massimo numero di cellule atipiche (il cosiddetto scanning), valutandole poi una ad una sulla base del numero di segnali fluorescenti che emette (normalmente, essendoci solo due copie dello stesso cromosoma, appaiono due segnali fluorescenti).
La valutazione della fluorescenza delle singole cellule deve tener conto anche dei possibili artefatti: ad esempio, cellule normali in fase pre-mitotica possono presentare quattro segnali fluorescenti per singolo cromosoma, senza per questo essere considerate tumorali).

Interpretazione dei risultati della FISH interfasica quantitativa delle cellule cervicali

La ricerca è da considerarsi positiva se vengono evidenziate almeno 2 cellule aventi ognuna almeno 5 copie di 3q26.
Il rilievo di una sola cellula viene comunque evidenziato anche in caso di risultato negativo, perché si tratta di una cellula tumorale e quindi di un caso da tenere sotto osservazione.

In caso di risultato positivo verrà sempre specificato se l’aumento delle copie riguarda anche il cromosoma 7. In tal caso, essendo almeno due i cromosomi coinvolti (il 3 ed il 7), saremo in presenza di una elevata poliploidia che è il frutto di un processo che si auto-amplifica, mitosi dopo mitosi, in una cellula immortalizzata e quindi sempre più pericolosa.

Oltre al numero di cellule tumorali rilevate, viene riportato anche il numero delle cellule atipiche osservate ad alto ingrandimento e ciò permette di percentualizzare il risultato, rendendolo paragonabile a quello di osservazioni successive.

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